Vuoi diventare uno scrittore? Allenati!

"Se vuoi diventare uno scrittore, devi fare due cose sopra tutte le altre: leggere molto e scrivere molto!"
Questo è l'autorevole consiglio di Stephen King.
Il famoso scrittore e sceneggiatore statunitense non ha bisogno di presentazione, ma per saperne un po' di più si può sempre dare un'occhiata su Wikipedia.

Anche per la scrittura ci si può allenare da soli o con l'aiuto di un "allenatore". E la rete è piena di risorse e consigli pratici, alcuni sono a pagamento, ma non tutti.

Per esempio le videolezioni di scrittura creativa di Giulio Mozzi. Un giorno stavo cercando su internet informazioni sulla progettazione narrativa (di cui parlerò in un prossimo articolo) e mi sono imbattuto in queste videolezioni.

Le ho trovate molto interessanti perché sono:

• semplici e illuminanti
• condensate e efficaci
• simpatiche e concrete

Se hanno un difetto è che sono soltanto 17, purtroppo. In ogni caso, ne ho aggiunta una all'inizio delle mie sedute d'allenamento alla scrittura. Diciamo come introduzione all'argomento del giorno. A seguire la lettura di uno o due capitoli del libro del momento e poi via a scrivere.

Queste videolezioni mirate mi sono servite per focalizzare la mia attenzione, durante la lettura e la scrittura, su un particolare aspetto della narrazione.

Per esempio, avete mai notato quanti modi diversi ci sono di tenere in mano una sigaretta, di accenderla, di fumarla e persino di spegnerla? Sono dettagli che qualche volta nella vita comune passano inosservati e magari è anche giusto così: ci sono cose molto più importanti delle sigarette! Tuttavia, quando si scrive possono fare la differenza. Sono i dettagli che caratterizzano i personaggi, i luoghi, gli eventi. Ovviamente, come in tanti altri aspetti della scrittura narrativa è bene avere il giusto equilibrio. È molto importante non esagerare né con l'abbondanza né con la quasi totale penuria di rifiniture.

Quindi, tornando all’esempio, dopo aver seguito la lezione 16 sui personaggi e gesti, ho concentrato la mia attenzione sui gesti dei personaggi del libro che stavo leggendo e come l’autore aveva caratterizzato i suoi personaggi descrivendo i loro gesti. Poi la stessa attenzione l'ho riversata nel mio scritto.

Un mio personaggio prima di portare avanti il discorso prendere tempo passandosi le dita tra i capelli, soprattutto quando è nervoso e sotto pressione. Un altro, invece, intreccia i piedi e abbassa lo sguardo quando è in imbarazzo. Non ho inventato niente, sono solo alcuni gesti che ho colto osservando meglio gli altri, colleghi, conoscenti e sconosciuti che mi è capitato di incontrare.

Un giorno era sull’autobus fermo al capolinea in attesa che partisse. Sulla vettura c’eravamo solo io e un signore anziano. Uno come tanti e lo stesso avrà lui pensato di me. La differenza è che io ho preso il mio blocchetto per gli appunti e mi sono scritto la sua descrizione e la peculiarità che mi aveva colpito di più. Tempo dopo, il suo modo di guardarsi in giro da dietro i suoi occhiali da sole, senza girare la testa, cercando di essere inespressivo e distaccato è diventata la caratteristica di uno dei miei personaggi. E visto che c’ero, l’ho anche vestito nello stesso modo.

Quindi per me è l’allenamento alla scrittura narrativa passa attraverso tre fasi:

• Studio della teoria
• Osservazione della teoria applicata
• Applicazione della teoria

Detto in altri termini

• studiare
• leggere
• scrivere
sono i tre perni su cui si snoda la scrittura ed è necessario oliare bene tutti e tre.