Che cosa è successo il 12 Ottobre 1582?

Categoria: Potpourri
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Hai già sentito questa domanda? Magari a scuola o in qualche programma televisivo o ... non so parlando con amici e colleghi... beh, in ogni caso, questa domanda da lo spunto giusto per parlare di una cosa che usiamo tutti i giorni e di cui magari non ne sappiamo bene l'evoluzione: il calendario.

Chi ha inventato il calendario? Da quanto tempo esiste l'idea di contare gli anni? A chi è venuta l'idea di dividere gli anni in mesi e in settimane? E le stagioni? Per rispondere a queste domande dovremo riesumare Babilonesi ed Egiziani e disturbare gli antichi Cinesi e i Maya. Questo va oltre il mio scopo e ci porterebbe troppo lontani.

Restiamo qui vicino: limitiamoci a parlare dei Romani. Ma non di quelli che passeggiano a Piazza di Spagna o che passano ore in coda sul Grande Raccordo Anulare (G. R. A.), parliamo degli "Antichi Romani" e del loro calendario.

Il calendario in uso nell'antica Roma ha subito molte modifiche tra la fondazione della città (753 a. C.) e la caduta dell'impero Romano di occidente (476).

Il calendario di Romolo

Il primo calendario, attribuito tradizionalmente a Romolo, fondatore di Roma, era lunare, l'anno era diviso in 10 mesi e iniziava con la luna piena di inizio primavera, che fissava il giorno 15 del mese di marzo.

I mesi non erano realmente lunari, ossia la durata non seguiva quella del ciclo lunare: 29.5 giorni tra una luna piena e la successiva, ma alcuni duravano 30 e altri 31 giorni; nei calendari lunari "puri" i mesi si alternano durando  29 e 30 giorni.

Ecco il calendario di Romolo:

  1. Martius (31 giorni)
  2. Aprilis (30 giorni)
  3. Maius (31 giorni)
  4. Iunius (30 giorni)
  5. Quintilis (31 giorni)
  6. Sextilis (30 giorni)
  7. September (30 giorni)
  8. October (31 giorni)
  9. November (30 giorni)
  10. December (30 giorni)

per un totale di 304 giorni, mentre venivano completamente ignorati i restanti 61 giorni di inverno mancanti; in pratica dopo dicembre si smetteva di contare i giorni riprendendo solo a marzo.

I primi mesi prendevano il nome dalle principali divinità legate alle attività umane: Marte (la guerra), Afrodite (l'amore), Maia (la fertilità della terra) e Giunone (la maternità e la procreazione); gli altri avevano il nome che ricordava la loro posizione nel calendario: quintilis derivava da quinque, sextilis da sex, september da septem, october da octo, november da novem e december da decem.

Il calendario di Numa Pompilio

Numa Pompilio, il secondo dei sette re di Roma, modificò il calendario nel 713 a. C., aggiungendo i mesi di Gennaio e Febbraio ai dieci già esistenti. Aggiunse 51 giorni ai 304 del calendario di Romolo e modificò la durata dei vari mesi.

Ecco il calendario di Numa Pompilio:

  1. Martius (31 giorni)
  2. Aprilis (29 giorni)
  3. Maius (31 giorni)
  4. Iunius (29 giorni)
  5. Quintilis (31 giorni)
  6. Sextilis (29 giorni)
  7. September (29 giorni)
  8. October (31 giorni)
  9. November (29 giorni)
  10. December (29 giorni)
  11. Ianuarius (29 giorni)
  12. Februarius (28 giorni)

I Romani consideravano sfortunati i numeri pari, perciò tutti mesi avevano, in questo modo, un numero dispari di giorni tranne febbraio che quindi fu considerato adatto come mese di purificazione.

Quindi l'anno era diviso in 12 mesi con durata variabile di 29 o 31 giorni ad eccezione del mese di Febbraio che ne aveva 28, per un totale di 355 giorni. Per compensare la differenza con la durata dell'anno solare si ricorreva all'introduzione di un mese straordinario di 22 o 23 giorni ogni due anni; il mese era noto come Mercedonio o Intercalare.

Il calendario di Numa Pompilio subì diversi aggiustamenti e modifiche: inizialmente l'alternanza degli anni era un anno normale - un anno con Mercedonio di 22 giorni - un anno normale - un anno con Mercedonio di 23 giorni; successivamente fu usato un ciclo di 24 anni in cui gli anni pari si alternavano con un mese Mercedonio di 22 e 23 giorni, tranne che per gli ultimi 8 anni in cui si avevano solo mesi Mercedoni di 22 giorni e, infine, l'ultimo anno del ciclo non aveva intercalazione.

Con questo sistema, per ogni ciclo di 24 anni, se ne avevano 13 da 355 giorni, 7 da 377 giorni e 4 da 378 giorni, avendo così una durata media dell'anno di 365,25 giorni molto vicino al valore dell'anno solare o tropico o tropicale, ossia il periodo in cui la Terra completa una rivoluzione, un giro completo intorno al sole. La durata media dell'anno solare corrisponde a 365,24218967 giorni (365 d 5 h 48 min 45 s). Quindi il calendario di Numa Pompilio sarebbe stato un buon sistema per tenere allineato l'anno civile con l'anno solare ma, a causa dei vari abusi ed errori da parte dei sacerdoti che lo gestivano, finì per accumulare un ritardo medio di tre mesi rispetto al ciclo delle stagioni. Per rimediare a questa situazione, nel 46 a. C. quando ad essere pontefice massimo fu Giulio Cesare venne introdotto un nuovo calendario detto in suo onore calendario giuliano.

Il calendario giuliano

Il calendario giuliano è un calendario solare, ossia che segue l'andamento delle stagioni. Trae ispirazione dal calendario egiziano che contava 365 giorni divisi in 12 mesi ognuno di 30 giorni e i cinque giorni complementari, che venivano aggiunti alla fine della stagione dei raccolti, erano giorni di festa e venivano considerati un piccolo mese a parte. Essi erano detti epagomeni da un termine greco che significa "portare sopra", "aggiungere".

Fu elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C.

Come primo atto Giulio Cesare stabilì che l'anno 46 a.C. (708 dalla fondazione di Roma) durasse 445 giorni, cioè circa 15 mesi, questo per allineare nuovamente l'anno civile a quello solare e rimediare agli errori commessi con il precedente sistema che aveva portato il calendario civile ad essere in anticipo di 80 giorni, ossia per il calendario ufficiale si era in autunno mentre il clima era in piena estate. Quell'anno fu chiamato "anno della confusione"

La durata dell'anno fu fissata a 365,25 giorni, cioè 365 giorni e 1/4. Si stabilì pertanto che l'anno durasse 365 giorni interi e che, per recuperare il quarto di giorno non conteggiato, venisse aggiunto un giorno ogni quattro anni e quegli anni vennero chiamati bisestili. Il giorno "extra" venne aggiunto all'ultimo mese dell'anno che a quel tempo era febbraio, un mese che normalmente contava 29 giorni e che era dedicato a Plutone, il dio dell'oltretomba.

L'anno rimase diviso in dodici mesi ma la loro durata era alternativamente di 31 giorni e di 30 giorni, partendo dal mese di marzo, mentre febbraio aveva 29 giorni e 30 negli anni bisestili.

Giulio Cesare inoltre decretò che il primo anno del nuovo calendario iniziasse al plenilunio che cadeva dopo il solstizio invernale e non più con l’inizio della primavera come avveniva in passato. Il primo mese dell'anno divenne pertanto Ianuarius (gennaio).

Marco Antonio, dopo la morte di Cesare, volle cambiare il nome del quinto mese (Quintilis), mese della sua nascita di Giulio Cesare, in "Iulius" e l'anno era quindi così organizzato:

  1. Ianuarius (31 giorni): mese dedicato a Ianus (Giano), dio bifronte, che segnava simbolicamente il passaggio dall'anno precedente a quello successivo. Ianua in latino significa "porta", altro riferimento al cambiamento dell'anno.
  2. Februarius (29 giorni e 30 negli anni bisestili): deriva dalla parola sabina februa che significa "purificazione", in questo mese si praticava la purificazione dei campi prima che venissero coltivati.
  3. Martius (31 giorni): mese dedicato a Marte, dio della guerra.
  4. Aprilis (30 giorni): dal latino 'aperire' cioè aprire e si riferisce alle gemme che sbocciano
  5. Maius (31 giorni): dedicato a Maia, dea della fertilità, in questo mese si praticava un rituale mirato alla fertilità dei campi.
  6. Iunius (30 giorni): dedicato alla dea Iuno, cioè Giunone.
  7. Iulius (31 giorni): dedicato a Caius Iulius Caesar, Giulio Cesare.
  8. Sextilis (30 giorni): sesto mese dell'antico calendario di Romolo che vedeva marzo come primo mese.
  9. September (31 giorni): settimo mese dell'antico calendario di Romolo.
  10. October (30 giorni): ottavo mese del calendario di Romolo.
  11. November (31 giorni): nono mese del calendario di Romolo.
  12. December (30 giorni): decimo mese del calendario di Romolo.

Purtroppo, già nel 44 a.C., subito dopo la morte di Cesare, si iniziò a commettere errori, inserendo un anno bisestile ogni tre anziché ogni quattro anni. A ciò si pose rimedio nell'8 a.C., quando Ottaviano Augusto ordinò che fossero omessi i successivi tre anni bisestili, rimettendo a posto le cose.

In quello stesso periodo il Senato decise di dare il nome di Augustus al mese di Sextilis, in onore dell'imperatore. Non limitandosi a ciò, stabilì anche che questo mese dovesse avere lo stesso numero di giorni del mese che onorava la memoria di Giulio Cesare, ossia Julius. Fu così che fu tolto un giorno a febbraio, che scese a 28 giorni (29 negli anni bisestili), per darlo ad agosto, mentre fu cambiato il numero dei giorni degli ultimi quattro mesi dell'anno, per evitare che ci fossero tre mesi consecutivi con 31 giorni.

Altri imperatori cambiare il nome di alcuni mesi, ma le modifiche non furono durature e la struttura dell'anno rimase immutata fino ad oggi:

  1. Gennaio (31 giorni)
  2. Febbraio (28 giorni - 29 giorni negli anni bisestili)
  3. Marzo (31 giorni)
  4. Aprile  (30 giorni)
  5. Maggio (31 giorni)
  6. Giugno (30 giorno)
  7. Luglio (31 giorno)
  8. Agosto (31 giorno)
  9. Settembre (30 giorno)
  10. Ottobre (31 giorno)
  11. Novembre (30 giorno)
  12. Dicembre (31 giorno)

La durata dell'anno del calendario giuliano è, come già detto, di 365 giorni e 6 ore, molto vicino alla durata dell'anno solare che è di 365 giorni 5 ore 48 minuti e 45 secondi. Buono ma non abbastanza, infatti ogni anno il calendario civile rimane in dietro di 11 minuti e 15 secondi rispetto a quello solare. Non sembra così grave, forse, ma con il passare degli anni e poi dei secoli il ritardo si accumula e diventa sempre più evidente, fino a che nel 1582 si decide di fare una nuova riforma del calendario e inizia l'era del calendario gregoriano.

Il calendario gregoriano

Il ritardo del calendario civile rispetto a quello solare era stato notato già a metà del quarto secolo dopo Cristo, ma ci vollero altri 12 secoli perché si prendesse la decisione di apportare una nuova riforma al calendario.

Alla fine ebbe successo il tentativo di papa Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, insigne rappresentante di una influente famiglia bolognese.

La spinta alla riforma venne dalla preoccupazione che la Pasqua, festività religiosa mobile, non cadesse più nella giusta stagione, infatti con il progressivo spostamento d'equinozio di primavera la Pasqua poteva diventare una festività estiva.

Infatti il Concilio di Nicea, tenutosi nel 325, stabilì di rendere obbligatoria per tutti i cristiani la celebrazione della Pasqua nella prima domenica successiva al plenilunio che cade il 21 marzo, o che per primo lo segue. Secondo questa regola, tuttora in vigore, la Pasqua più anticipata possibile si ha quando la Luna piena cade il 21 marzo e questo è un sabato: il giorno successivo, il 22 marzo, è domenica ed è Pasqua. La Pasqua più tarda possibile si ha quando la Luna piena cade il 20 marzo, cioè il giorno prima della data fissata per l’equinozio di primavera: in tal caso bisogna aspettare il plenilunio successivo che si avrà il 18 aprile e, se quel giorno per caso fosse domenica, Pasqua sarebbe la domenica successiva, cioè il 25 aprile. Le Pasque possono quindi cadere in un qualsiasi giorno compreso fra il 22 marzo e il 25 aprile e se cadono presto (per convenzione entro la fine di marzo) si dicono “basse”, mentre se cadono tardi (diciamo dopo il 15 aprile) si dicono “alte”.

La riforma del calendario venne affidata ad una Commissione ai cui lavori diedero un contributo decisivo il medico calabrese Aloysius Lilius (o Luigi Giglio o Luigi Lilio), il matematico gesuita Christopher Clavius e il matematico perugino Padre Ignazio (al secolo Carlo Pellegrino Danti).

In pratica si stabilì di mantenere le riforme introdotte dal calendario giuliano ma che dovessero essere comuni (anziché bisestili) quegli anni secolari che non fossero divisibili per 400, come 1700, 1800, 1900, mentre è stato bisestile l'anno 2000.

Inoltre per allineare nuovamente il calendario civile e quello solare si dovevano eliminare 10 giorni. Quindi, con Bolla del 24 febbraio 1582, papa Gregorio XIII ingiunse di cancellare 10 giorni passando direttamente da giovedì 4 ottobre a venerdì 15 ottobre. In questo modo egli consentì che si celebrasse la festa di S. Petronio, patrono di Bologna, che cade il 4 ottobre e a cui, per ovvi motivi, era molto legato. Venivano invece soppressi, per quell'anno, alcuni Santi ritenuti di minore importanza. In questo modo l'equinozio di primavera che, alla fine del XVI secolo, era arretrato all'11 marzo, fu riportato al 21, come era nel VI secolo.

Nel calendario gregoriano l'anno civile medio risulta di 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi, con una differenza per eccesso di soli 27 secondi da quello solare. Ciò comporta la differenza di un giorno dopo circa 30 secoli, o meglio, di tre giorni ogni 10000 anni.

C'è tempo per un'altra riforma ;-)

Tornando alla domanda di partenza:

Che cosa è successo il 12 Ottobre 1582?

Beh, per rispondere con precisione a questa domanda sarebbe giusto prima chiedere: Dove? Si, infatti non fu accettato immediatamente in tutto il mondo e nemmeno ebbe l’approvazione incondizionata di tutta la comunità cristiana.

L'adeguarsi successivamente alla riforma gregoriana dei vari paesi ha generato situazioni particolari degne di nota:

  1. La Russia cambiò il suo calendario all'indomani della rivoluzione del 1917 che portò al potere il partito socialista bolscevico. Oggi la rivoluzione russa viene ricordata il 7 novembre, pur essendo scoppiata, il 26 ottobre 1917. La presa del potere è ricordata spesso come la “rivoluzione di ottobre” proprio perché, in quella data, nell’Impero russo era ancora in uso il calendario giuliano, mentre da noi, già da quattro secoli, vigeva quello gregoriano.
  2. L'Impero svedese (che all'epoca comprendeva anche la Finlandia) decise nel 1699 di passare dal calendario giuliano al calendario gregoriano e si decise di eliminare tutti gli anni bisestili dal 1700 al 1740. Quindi venne eliminato il 29 febbraio 1700; ma negli anni successivi si dimenticò di applicare il piano. Così sia il 1704 che il 1708 furono bisestili. Riconosciuto l'errore, si prese quindi la decisione di tornare al calendario giuliano. Per recuperare il giorno saltato nel 1700 si stabilì quindi che nel 1712 venisse aggiunto a febbraio un secondo giorno, oltre a quello dovuto perché quell'anno era bisestile. Così, nel calendario svedese del 1712, febbraio ebbe 30 giorni, quindi è esistito il 30 febbraio 1712. La Svezia passò infine definitivamente al calendario gregoriano nel 1753, saltando i giorni dal 18 al 28 febbraio.
  3. Oggi il calendario giuliano, ancora in uso presso gli Ortodossi solamente per le feste religiose, è in ritardo di 13 giorni rispetto al nostro: il Natale, ad esempio, viene festeggiato quando sul nostro calendario compare la data del 7 gennaio.

Quindi se la domanda fosse "Che cosa è successo a Roma il 12 Ottobre 1582?", la risposta giusta sarebbe: assolutamente nulla, quel giorno non è mai esistito.